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Il coccodrillo è la fantastica ricapitolazione di una vita, una meditazione sulla solitudine, sul fallimento tra lavoro, famiglia e amicizie. Vladimir Kantor racconta gli ultimi giorni di un intellettuale alcolizzato, come se la sua vita fosse un caleidoscopio che non è in potere dell'uomo far girare, pena lo smarrimento e l'illusione della libertà. Poggiandosi volutamente sulla letteratura del suo paese, lo scrittore e filosofo russo scrive con "Il coccodrillo" un romanzo divertente, analitico e introspettivo, che si legge d'un fiato ed è anche il romanzo di una città, Mosca, che significa «paludosa», dal Balto antico. Non sorprende allora che nella vita di Lëva, nottetempo e con suo giusto terrore, s'insinui la presenza fisica e colloquiante di un coccodrillo.